Una giacca come amica

Sfatiamo il mito: la giacca non serve solo per le occasioni importanti. Se cerchi un’amica fedele, rassicurante e allo stesso tempo anticonformista, quella che appena prima di un impegno importante ti sussurra all’orecchio: «Sei grande, ce la puoi fare» e che il venerdì sera brinda con te alla vita, è di una giacca che stiamo parlando.

La mia giacca sartoriale

Da vera amica, puoi non uscirci per anni, ma quando apri l’armadio e la sfili dalla gruccia, è come se vi foste salutate la sera prima.

Io per esempio mi ero persa dietro amori sbarazzini, chessò il maglione chunky, il top aderente, la blusa ariosa, finché un giorno ho capito che non potevo vivere senza di lei. Non c’è storia: in quell’harem di passioni brucianti che è il mio guardaroba, è la giacca la mia preferita, il never-ending love di cui non mi stancherò mai.

Vestiti fluttuanti, completi camicia e gonna, T-shirt e jeans. Non c’è look con cui un blazer non possa dialogare, a qualunque età e in ogni stagione, a patto di avere quello giusto. Non si tratta del colore o della silhouette, una bella giacca è quella che non ti accorgi di avere addosso. 

 

Ricordo ancora la prima giacca a regola d’arte che mi sono comprata, un vero rito di iniziazione allo stile. Da buona biellese, terra di tessutai dove la gente ti dà una mano e l’altra l’appoggia sul braccio per tastare la stoffa, ne ho stretto un lembo tra le mani (la “roba seria” si ridistende con facilità). Poi ho controllato le cuciture, regolari, fitte fitte, perfettamente allineate come delle brave scolarette dello chic; gli spacchi che cadono a piombo; il puntino sartoriale, ovvero la rifinitura a mano fatta sul bordo della giacca tipica dei modelli di pregio; e pure il risvolto del collo sul retro, perché se la cucitura con cui viene attaccato alla schiena non è ben coperta, la giacca si discosta dal corpo.

E quando finalmente me la sono messa addosso, ah che emozione, sentirsi avvolgere le spalle senza appesantirle.

Se puoi lanciarti in una sessione di Tutting dance senza restare bloccata è grazie al giromanica tagliato a dovere e alle maniche che accompagnano per bene la forma del braccio. Mi sono vista riflessa nello specchio, ero la versione migliore di me. E lei, l’amica che stavo cercando. 

Cristina Manfredi

Chi è la penna dietro al Nuovo Fashion Journal di Marina Rinaldi

Biellese di nascita, milanese d’elezione, è una giornalista di moda, costume e società, con il pallino del buon umore. Ha lavorato come quotidianista per Milano Finanza Fashion per poi spostarsi a Vanity Fair, da cui si è dimessa per dedicare più tempo ai progetti personali, alla scrittura, al tango, alla corsa e ai suoi amatissimi gatti. Oggi è una contributor per Vanity Fair, L’Officiel, Marie Claire, Style Magazine - Corriere della Sera.

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