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Mettiamoci la camicia

Domanda a bruciapelo. Avete vinto un viaggio da sogno (sono magnanima, vi lascio scegliere se in città d’arte, atollo tropicale, Provenza in fiore o montagna al disgelo), ma dovete partire in meno di due ore. Qual è il capo da avere a tutti i costi in valigia?

Toccasse a me, non avrei dubbi: una camicia, a prescindere dalla destinazione.

D’istinto magari una punta sui jeans, però pensateci, coi jeans non ci vai a cena al Monkey Bar di Berlino e sai che caldo se te li metti a Bali? La camicia invece te la giochi sempre e ovunque, dal giro-città esplorativo in bicicletta alla camminata in quota con termica portata sotto, a contatto con la pelle.

Per non parlare delle passeggiate sulla spiaggia al tramonto con la camicia buttata con nonchalance sopra al costume.

La versione bianca è tra le dieci cose di cui non mi stancherò mai nella vita, fresca, fascinosa, senza tempo, però è un periodo che sono in fissa con le varianti azzurre.

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Secondo me siamo in tante ad aver fregato almeno una volta nella vita a fidanzati, fratelli, amici e padri la camicia Oxford azzurro cielo, un passepartout che vale la pena di avere nell’armadio con taglio, fit e proporzioni fatte apposta per noi. E poi il baby blue si presta a molteplci interpretazioni, dal modello in seersucker con le maniche lunghe appena sotto al gomito, a quello più romantico con colletto alla coreana sormontato da una piccola ruche come nei polsini.

E diventa in un attimo la base perfetta su cui stagliare eleganti ramages dorati, oppure allegre fantasie bandana. A ben vedere anche il pink mood mi intriga, magari con un bel rigatino con ricamo tono su tono, oppure in tinta unita giallo senape che pure lei non scherza in quanto a stile.

Anche se, un’impeccabile camicia bianca sbottonata quanto basta per sentirsi sexy e portata sopra a una gonna da sera, tacchi alti e pochette preziosa è un fashion statement bello e buono. La portava così una certa Sharon Stone alla cerimonia degli Oscar 1998, e da quella notte tutto è cambiato per le camicie bianche…

 

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Cristina Manfredi: la penna dietro al Nuovo Fashion Journal di Marina Rinaldi

Biellese di nascita, milanese d’elezione, è una giornalista di moda, costume e società, con il pallino del buon umore. Ha lavorato come quotidianista per Milano Finanza Fashion per poi spostarsi a Vanity Fair, da cui si è dimessa per dedicare più tempo ai progetti personali, alla scrittura, al tango, alla corsa e ai suoi amatissimi gatti. Oggi è una contributor per Vanity Fair, L’Officiel, Marie Claire, Style Magazine - Corriere della Sera.