Regola numero uno: vietato appallottorare il cashmere manco dovessi giocarci a calcio. La fibra ha bisogno di distendersi, un po’ come quando faccio lo stretching post-allenamento, perciò urge trovare un posticino tranquillo dove accomodarlo, magari appoggiato su di un asciugamano.
Regola numero due: spazzolarlo con delicatezza, meglio se con un attrezzo apposito. Considerando che da quando sono nata mi pettino con le mani data la mia massa di capelli ricci, ho accumulato chissà quanti minuti di bonus che ora posso investire nella messa in piega dei miei golfini, senza fare tante storie, anche perché, di questo passo, spunteranno gli odiosi pallini che proprio la spazzolatura aiuta a ridurre e prevenire.
Regola numero tre: lasciarlo respirare durante la notte. Mi piace immaginare il cashmere che, mentre io dormo, medita sulle avventure della sua giornata o si riprende dallo stress della malefica borsetta che gli si strofina contro.
Regola numero quattro: riporlo magari in un suo involucro senza stiparlo in un armadio troppo pieno.
Regola numero cinque: lavarlo serenamente in lavatrice con il programma delicato, al cashmere piace un po’ di scombussolamento nel cestello, a patto poi di metterlo ad asciugare in piano, perché lui e lo stendino sono nemici giurati.
Regola numero sei, la più importante per una pasticciona come me: usare il tovagliolo come le bambine quando vado a fare colazione nella mia pasticceria preferita dove i croissant scoppiano di confettura!