Abbiamo chiacchierato, ci siamo sbellicate dal ridere con gli ultimi gossip e poi ho tirato fuori una busta preparata ad hoc per ognuna, con dentro abiti, borse e accessori che pensavo potessero incontrare il loro stile. Ovviamente ciascuna era libera di prendere o lasciare e non vi dico la soddisfazione quando, ancora oggi, mi capita di vederle con indosso uno di quei pezzi. Ritorniamo però a lui, il magic red dress di cui sopra (o quello che più piace a voi), e proviamo a ragionarci un po’.
Un abito da sera nasce con la vocazione all’eccezionalità, altrimenti dubito ci farebbe battere così forte il cuore. Nessuno ci vieta di girare per casa agghindate a puntino, anche se sospetto un drastico abbassamento dell’effetto wow se lo usassimo tutti i giorni per fare da mangiare.
Presentarsi in ufficio in stile Jessica Rabbit potrebbe creare delle turbolenze tra le scrivanie, eppure c’è modo di allungare la vita dei nostri abiti da sogno e ha tre alleati: la buona memoria, un’ottima sarta e l’ironia. Ho dei look che mi sono goduta ben più di una volta, con uno stratagemma in stile
Piccole Donne di Louisa May Alcott, di cui sarò per sempre una fan devota: tengo a mente chi ho incontrato durante la serata e il vestito me lo rigioco con un giro di persone diverse.
A me viene facile ricordare cosa portavo, dove, con chi e quando; se preferite occupare la mente con altre nozioni, fatevi un piccolo memo e il problema è risolto.